La delicata preda by Paul Bowles

La delicata preda by Paul Bowles

autore:Paul Bowles [Bowles, Paul]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Lo scorpione

Una vecchia viveva in una grotta, scavata dai figli in un dirupo di argilla, vicino a una sorgente, prima di andarsene nella città dei molti abitanti. Non era né felice né infelice di starci: sapeva che la fine della vita era vicina e che il ritorno dei figli, quale che fosse la stagione, era improbabile. Nella città c’erano sempre molte cose da fare, e loro le stavano certamente facendo, senza ricordarsi di quando vivevano tra i monti e si curavano di lei.

In certe stagioni dell’anno, all’ingresso della grotta c’era una cortina di gocce d’acqua, attraverso cui le toccava passare per entrare. Acqua che scorreva per il pendio dalla vegetazione soprastante, andando a sgocciolare sull’argilla, di sotto. Di conseguenza lei si era abituata a passare lunghi tratti di tempo rannicchiata nella grotta, per mantenersi quanto più possibile asciutta. All’esterno, attraverso le perline mobili d’acqua, vedeva la nuda terra illuminata dal cielo grigio. Di quando in quando passava fluttuando qualche foglia secca, spinta dal vento che veniva dalle zone più elevate del territorio. Lì dentro, dove stava lei, la luce era gradevole: l’argilla, tutt’attorno, le conferiva una colorazione rosata.

Di quando in quando passava qualcuno sul sentiero, non lontano, e, siccome nei pressi c’era una fontana, chi ne conosceva l’esistenza ma non la dislocazione, capitava a volte che si accostasse alla grotta, prima di scoprire che non era lì. La vecchia non rivolgeva mai loro un richiamo. Si limitava a guardarli avvicinare, avvistandola d’improvviso. Poi continuava a guardarli voltarsi e procedere in altre direzioni, in cerca dell’acqua da bere.

Un modo di vivere con molti aspetti che le piacevano. Non era più costretta a discutere e litigare con i figli perché portassero legna per la stufa a carbone. Era libera di andare in giro di notte, in cerca di cibo. Poteva mangiare tutto ciò che trovava, senza doverlo dividere con altri. E, per ciò che la vita le riservava, non aveva alcun debito di gratitudine nei confronti di chicchessia.

Di quando in quando un vecchio scendeva nella valle dal villaggio e si sedeva su una roccia distante dalla grotta quanto bastava perché lei lo riconoscesse. Lei sapeva che non era ignaro della sua presenza, lì, e, anche se probabilmente non se ne rendeva conto, le dava fastidio che non desse alcun segno di questa consapevolezza. Le sembrava che godesse su di lei di un vantaggio scorretto, e che se ne servisse in maniera scorretta. Aveva elaborato molti piani per infastidirlo, caso mai gli fosse venuto in mente di avvicinarsi, ma lui si teneva sempre a distanza, facendo una sosta per sedersi qualche tempo sulla pietra e, non di rado, guardare fisso direttamente verso la grotta. Quindi se ne andava lentamente per la sua strada, e a lei sembrava sempre che, dopo il riposo, procedesse più piano di prima.

Nella grotta c’erano scorpioni tutto l’anno, ma soprattutto nei giorni subito prima che la vegetazione cominciasse a far filtrare acqua. Lei aveva un enorme fagotto di stracci, con cui li spazzava via dalle pareti e dal soffitto, pestando rapidamente quelli sul pavimento con i piedi nudi e induriti.



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